A scavalco dell'anno nuovo con Lillian e Dorothy (VII)
L'inizio dell'anno che farà poi segnare, il 14 ottobre, il suo ottantesimo genetliaco, vede Lillian impegnata a Chicago nelle prove per una breve serie di repliche di Passaggio in India, dal romanzo di Forster ridotto per la scena da Santha Sama Rau. Curiosamente, l'interessata stessa, estremamente precisa in fatto di memoria (e proprie memorie), non annovera lo spettacolo nella minuziosa teatrografia da lei stessa fissata nello splendido fotovolume scritto con James Frasher soprattutto in omaggio alla sorella già scomparsa (Dorothy and Lillian Gish, MacMillan, Londra, nello stesso 1973).
Dove figura invece il suo canto del cigno teatrale, che interverrà la primavera successiva: uno Zio Vanja stellare al Levine Theatre di New York, con la regìa di Mike Nichols, e una distribuzione che oggi dà le vertigini: George C. Scott e Nichol Williamson nei ruoli principali, e Julie Christie come Elena, la parte che la stessa Gish aveva sostenuto nel 1930 al Booth Theatre diretta da Jed Harris. Si trova d'incanto con Nichols, è entusiasta del gruppo, riceve il consueto spolvero recensorio per le poche repliche in cui impersona, naturalmente, l'anziana nutrice Marina. (Chi scrive si immedesima particolarmente nel tema, avendo ancora negli occhi, visto di fresco, il magnifico allestimento, con un grande Sergio Rubini/Vanja, diretto da Marco Bellocchio tuttora in tournée stagionale nel circuito italiano).
Nel cinema continuerà a lavorare ancora per ben quattordici anni, fino al sensazionale Le balene d'agosto di Lindsay Anderson (1987): per scomparire, mancando di soli otto mesi il secolo di vita, il 27 febbraio 1993. La civetteria di essersi tolta qualche anno verrà smascherata dai biografi solo successivamente. Avesse potuto immaginare di sfiorare il record del secolo di vita, probabilmente non vi sarebbe ricorsa...