Basterebbero tre ruoli per far meritare questo titolo alla loro interprete: la Clelia, direttrice di una casa di mode in Le amiche (1955, di Antonioni); la Liliana Banducci, moglie di un losco individuo e vittima designata in Un maledetto imbroglio (1959, di Germi) e soprattutto (anche Nastro d'argento) la Roberta Parmesan, vedova consolabile da un giovane studente in Estate violenta (1959, di Zurlini). Purtroppo non bastarono a garantirle quel rilievo che avrebbe meritato in un cinema italiano ormai volto sulla pericolosa china della commedia più o meno morbosa, ove ben altre doti avranno spazio: la sua espressione sofisticata e i suoi tratti nobili non suscitavano più alcun interesse.
Resta il fatto che con il suo vero nome, Palmira Omiccioli, Eleonora Rossi Drago, nata in questo giorno a Quinto al Mare, figlia di un capitano marittimo, avrebbe comunque avuto un destino diverso, anche se la sorte per lei non fu inizialmente benigna. Sposa di guerra, madre a soli 17 anni di una figlia che alleverà da sola lavorando come indossatrice e disegnatrice di moda, nel 1947 partecipa al concorso di Miss Italia ed è tra le favorite, ma viene esclusa a causa del suo stato civile e della sua maternità.
Il cinema non ha certo di questi problemi (salvo richiederle a un certo punto più interventi di rinoplastica e occuparsi preferibilmente delle sue relazioni sentimentali: il collega Amedeo Nazzari e il duca Cesare d'Acquarone, poi assassinato ad Acapulco), però gli esordi non le rendono giustizia: ruoli convenzionali, film di genere con qualche prurito anche sociale (Persiane chiuse, 1951, di Comencini; Sensualità, 1952, di Fracassi; La tratta delle bianche, 1953, ancora di Comencini).
Dopo Estate violenta insieme raggiunge l'apice della carriera e inizia un precipitoso declino. Apparizioni in film a episodi (l'ultima pigra e vantaggiosa moda del nostro cinema), qualche soddisfazione in teatro (dopo uno Zio Vanja, diretto da Visconti nel 1956) e in tv (La cittadella, 1964, di Majano), testimonial pubblicitario per lo spumante Cinzano, un fotoromanzo su Maria Stuarda (1966)... Non si uccidono così anche i cavalli?
Nel novembre del 1971, poche settimane dopo essere diventata nonna, tenta il suicidio con il gas ma viene salvata dall'ingegnere siciliano Domenico La Cavera che la sposa nel 1973, assicurandole la serenità, senza rimpianti per l'abbandono del mondo dello spettacolo. Verrà trovata morta il 2 dicembre 2007, all'età di 82 anni, nella sua casa di Palermo, stroncata probabilmente da un'emorragia cerebrale.