Su RaiDue va in onda in seconda serata la prima puntata di Aboccaperta, programma condotto da Gianfranco Funari (che l’ha già sperimentato nel 1981 su Telemontecarlo): due gruppi di persone, divisi in favorevoli e contrari, si scontrano su un argomento che cambia ogni settimana (previsti interventi telefonici degli spettatori), volgendo però il tutto a chiacchiere da bar.
Durerà fino al 1989, applicando il suo diktat: «Un bravo conduttore di talk show dev'essere una spugna. Io assorbo tutto e sono in grado di ributtare fuori il tutto nel momento ideale. Il concetto base del talk show è il seguente. Chiamare gente qualunque, dargli un tema e farglielo svolgere indipendentemente dal linguaggio che questa gente usa». Il linguaggio è anche la sua forza: un romanesco volgare e sboccato, con interiezioni irriferibili almeno per l'epoca (prima che diventassero di grillesco uso comune); un continuo ammiccare con lo sguardo, la bocca, l'intero corpo; un uso spregiudicato dell'informazione, marchette pubblicitarie comprese.
È perfino troppo facile imitarlo o parodiarlo, come farà Corrado Guzzanti, tanto che oggi appare improbo distinguere i due. Incline alla veemenza, allo sberleffo, all'improntitudine, tribuno del popolo prima di Beppe Grillo, folletto incontrollabile prima di Piero Chiambretti, fustigatore di costumi prima di Marco Travaglio, avversa il potere che lo contraccambia, si tratti dei dirigenti Rai e dei loro padrini o di Berlusconi.
Forse mena gramo, oltre che a se stesso, anche agli altri. C'è chi subisce un'ischemia cerebri (altrimenti detta ictus) mentre assiste all'ultima puntata della sua ultima trasmissione, Apocalypse Show, il 27 maggio 2007.