Il nato di questo giorno è uno che ha fatto di tutto per piacere, ma non sempre c'è riuscito, almeno con la critica. Eppure, anche chi non lo ha amato, deve riconoscere che almeno tre o quattro volte è andato a segno: anzitutto con la più bella versione (ammodernata) de I miserabili (1995), poi con i funambolici Uomini e donne: istruzioni per l'uso (1996), Per caso o per azzardo (1998) e Una per tutte (2001), tutti anche interpretati – sarà una casualità? – dalla moglie, poi ex, Alessandra Martines, e tali comunque da far dimenticare il suo più celebrato e sdolcinato successo, quell'Un uomo, una donna (1966) che potrebbe commuovere anche un elefante.
Ma qui lo si ricorda per un'altra sfida, destinata a restar unica nella storia delle stravaganze cinematografiche, ma anche gran pezzo di bravura e di assolutezza. La “bravata” – nel senso etimologico del termine – si intitola C'etait un rendez-vous ed è non il più lungo piano-sequenza ma certo il più lungo camera-car di tipo soggettivo mai realizzato. A suo modo, esempio di cinéma-vérité.
Il nostro, che altri non è che l'ebreo algerino di origine palestinese – bell'impasto per un francese – Claude Lelouch, all'alba di un giorno d'agosto del 1976, monta sul frontale della propria Mercedes-Benz 470 SEL una cinepresa 35mm e guida egli stesso la vettura per un percorso di 10 km dalla parigina Port Dauphine al Sacré Coeur di Montmartre, dove l'attende l'amata, appunto per un rendez-vous.
Corsa spericolata, che non conosce l'uso di freni, solo accelera e decelera scalando le marce, che ignora i sensi unici e i semafori rossi, che terrorizza i piccioni, che rischia continuamente lo scontro con gli altri pur rari veicoli. Ebbrezza assoluta, suspense continua, partecipazione al cardiopalmo, tanto che il cortometraggio sparisce dalla distribuzione per numerosi anni e il regista viene persino arrestato per le infrazioni commesse e per il cattivo esempio che avrebbero potuto dare. Ma ne valeva la pena, e ora su YouTube è un cult. Forse il film di Lelouch più visionato e più imperituro.