Nascono a Parigi i Cahiers du Cinéma, sotto la direzione di Lo Duca, Jacques Doniol-Valcroze e André Bazin, autori portanti del giallo fascicolo n. 1 unitamente ad Alexandre Astruc. Giusto un anno dopo nasce a Lione (ma nel '54 si trasferirà a Parigi), fondato da Bernard Chardère, Positif. È l'inizio di una rivalità destinata a protrarsi per molti anni, non solo in termini di concorrenza: sono due visioni diverse, quando non opposte, del cinema e della sua critica. Detto per inciso, unico mediatore è Bertrand Tavernier, che – dall'alto della sua sapienza non solo come regista – riesce a scrivere contemporaneamente per entrambe.
Un momento di incontro (o di scontro: i Cahiers sono nella loro fase maoista, Positif resta fortemente marxista) tra le due riviste avviene proprio in Italia, vent'anni dopo, quando Pietro Bonfiglioli, per conto della Mostra del Cinema libero di Porretta Terme, le invita (unitamente a Cinéma '71 e a Cinéthique) a un confronto sul cinema politico e, a loro giudizio, sulle possibili proposte. Madamina, il catalogo è questo. Bello tosto, e chissà oggi quanti lo reggerebbero.
Per i Cahiers:
Sestaja cast' mira (La sesta parte del mondo), 1926, di Dziga Vertov
Les yeux ne veulent pas en tout temp se fermer ou Peut être qu'un jour Rome se permettra de choisir à son tour, 1969, di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet
Novij Vavilon (Nuova Babilonia), 1929, di Grigorij Kosintzev e Leonid Trauberg
La vie est à nous, 1936, di Jean Renoir
Gishiki (La cerimonia), 1971, di Nagisa Oshima
Lotte in Italia, 1969, di Jean-Luc Godard col gruppo Dziga Vertov
Per Positif:
L'uomo della croce, 1942, di Roberto Rossellini
Le déjeuner sur l'herbe, 1959, di Jean Renoir
The Manchurian Candidate (Va' e uccidi), 1962, di John Frankenheimer
Pervu ucitel (Il primo maestro), 1965, di Andrej Mikhalkov-Končalovskij
Contre le courant, 1938, di Marceau Pivert e della SFIO
Les lendemains qui chantent, 1947, del PCF
J'ai huit ans, 1960, del Comité Maurice Audin
Cheminots en grève, 1968, degli États Généraux
La reprise du travail aux usines Wonder, 1968, degli États Généraux
Oser lutter, oser vaincre, 1968, del Parti Communiste Marxiste-Léniniste de France
Meulan, 1970, di Vive La Révolution
Henin-Liétard, 1971, collettivo
Étranges étrangers, 1970, del CREPAC
A parte alcuni titoli di materiali documentari, oggi ingiudicabili, chapeau a entrambi! Diversi, ma uniti nella lotta!