Al festival di Cannes viene simbolicamente attribuita la Palma d'oro 1939 a La via dei giganti di Cecil B. DeMille (che non si chiama Pacific Express come scrivono i giornali, ma semmai Union Pacific). Il 1939 è l'anno in cui sarebbe dovuta nascere la manifestazione, poi non avviata per cause belliche. Altri possibili concorrenti, che erano stati selezionati e che sarebbero quindi stati proiettati nell'occasione, erano: Il mago di Oz di Victor Fleming; Addio, Mr. Chips! di Sam Wood; Le quattro piume di Zoltan Korda; La legge del Nord di Jacques Feyder; Boefje di Detlef Sierck (Douglas Sirk); Lenin nel 1918 di Michail Romm.
Ma i selezionatori avevano trascurato, tra gli altri, mese più, mese meno, Via col vento di Victor Fleming, Ombre rosse di John Ford, Ninotchka di Ernst Lubitsch, La voce nella tempesta di William Wyler, Uomini e topi di Lewis Milestone, Gunga Din di Georges Stevens, Alba tragica di Marcel Carné, Zangiku monogatari di Kenji Mizoguchi, Il quartiere di Vyborg di Kosintsev e Trauberg, Donne di George Cukor, Mister Smith va a Washington di Frank Capra, Il carro fantasma di Julen Duvivier.
Quanto a noi – con un po' di sciovinismo d'accatto – avremmo dato la Palma a La regola del gioco di Jean Renoir, mai e poi mai a DeMille. Ma si sa come vanno le cose anche nei festival più prestigiosi o almeno più rinomati... Fatto sta, comunque, che era un gran bel vendemmiare, quell'anno, sulla Croisette.