Non mancano le notizie curiose, anche troppo, relative alla grande Marlene Dietrich e successive alla sua scomparsa avvenuta in questo giorno.
3 maggio 1997
Il servizio toponomastica del Comune di Berlino propone di intestare, nel quinto anniversario della morte, una viuzza a Marlene, ma i responsabili del quartiere industriale interessato si oppongono, temendo le spese per la nuova insegna e soprattutto il prevedibile flusso turistico. In realtà all'attrice – di cui i nazisti periodicamente sfregiano la tomba – si rimproverano ancora lo schieramento con gli Alleati durante la seconda guerra mondiale e certi taglienti giudizi sui propri connazionali.
2 ottobre 1998
Cade a Berlino l'ultimo “muro”, ovvero l'ostilità nei confronti di Marlene Dietrich, bilanciata peraltro dal suo ostinato rifiuto a stabilirsi in Germania dopo la guerra. All'attrice viene dedicata una piazza nell'ambito del complesso di Potsdamerplatz progettato dall'architetto Renzo Piano e destinato a recuperare in modo faraonico il degrado della zona.
17 agosto 1999
A una settimana dalla concessione del permesso di “clonazione” di Marlene Dietrich da parte del nipote Peter Riva a favore della Virtual Celebrity Productions di Los Angeles, il quotidiano New York Post interviene sul fenomeno, definito «dieci volte peggio della colorazione dei film». Per l'attrice si prevede un futuro di film, spettacoli televisivi e spot commerciali, Tra gli oppositori la Screen Actors Guild, il sindacato degli attori americani, che giustamente teme un'imprevista concorrenza.
2 dicembre 1999
A Karlsruhe, il Bundesgerichtshof (l'equivalente tedesco della nostra Corte di Cassazione) emette una sentenza che introduce nuovi principi di difesa e di valorizzazione dell'immagine e della privacy e limiti al loro uso di mercato. Parti in causa, Maria Riva (figlia di Marlene Dietrich) e suo figlio Peter, cui rischiano di dover versare cospicui risarcimenti le ditte che hanno usato il nome e l'immagine di Marlene. Tra di esse la Fiat (che con il marchio “Marlene” ha lanciato la serie speciale di una sua auto), la Ellen Betrix (che ha proposto una linea di prodotti cosmetici chiamati “Marlene look”), la Toshiba (che in una campagna pubblicitaria ha battezzato “Angelo Azzurro” una fotocopiatrice). Che ne sarà delle mele Marlene, gran marchio del Südtirol per il mercato padano?
1 agosto 2000
La notizia è trash ma la fonte è doppiamente autorevole: il prestigioso settimanale americano New Yorker e il celebrato critico teatrale inglese Kenneth Tynan che vi pubblica a puntate il proprio diario. Si tratta dello sbrigativo e squallido incontro sessuale avvenuto nell'autunno del 1962 alla Casa Bianca tra il presidente John Kennedy (anni 45) e l'attrice Marlene Dietrich (anni 61), già supposta amante di suo padre Joseph.
1 ottobre 2000
Apre al pubblico in Potsdamer Platz il Filmhaus di Berlino, un nuovo museo del cinema che autocelebra (al costo di 6,5 milioni di marchi) la produzione Made in Germany, dai fratelli Skladanowsky a – un po' a sorpresa – Lola corre (1998, di Tom Tykver). È comunque un'altra Lola, ovvero Marlene, ad avere, dopo tanti ostracismi, la meglio in quanto a riconoscimenti e spazi. Anche perché l'istituzione berlinese ha rilevato dalla figlia Maria per 5 milioni di dollari (cifra più consistente dell'intero allestimento, affidato ad Hans Dieter Schaal e molto allineato alle attuali e confuse tendenze spettacolari della museologia) il lascito della diva: 3000 vestiti, 10.000 foto e 350.000 (sic) lettere, molte delle quali – si dice con orgoglio – di genere “piccante”.
27 dicembre 2001
Solo in parte sopiti molti rancori, Berlino celebra il centenario della nascita di Marlene Dietrich. morta forse suicida con una potente dose di sonniferi (come rivela la segretaria americana Norma Bosquet, sua unica amica e assistente negli ultimi tre lustri di vita, penosissimi per una emiparesi celata a tutti, compreso Maximilian Schell, che pure l'aveva filmata in una lunga intervista). Fra retrospettive, iniziative varie e un gran galà (cui partecipa Ute Lemper) si segnala la mostra Marlene e il terzo sesso ospitata nel museo degli omosex di Kreutzberg.
31 gennaio 2007
Il londinese Daily Telegraph anticipa qualche contenuto del libro postumo (è morto nel 1994, due anni dopo Marlene) The Grand Surprise di Leo Lerman, ex direttore di Vanity Fair e soprattutto grande amico dell'indimenticabile attrice. Triste il suo declino, in preda a una certa povertà: gli ultimi dieci anni trascorsi quasi sempre a letto, scrivendo lettere e parlando al telefono senza sosta. Anche a pagamento: a uno dei suoi interlocutori, un medico californiano fortemente depresso, in cura da uno psichiatra a 90 dollari a seduta, propone di cantare per lui, naturalmente al telefono, cinque sere alla settimana e ne ottiene un assegno di 5000 dollari. «Vor der Kaserne / vor der grossen Tor / stand eine Laterne / und steht sie noch davor... wie einst Lili Marleen» sarà stata nel repertorio? Bonjour tristesse.