«Giù il sipario sulla 19^ edizione della Mostra. Il Leone guarda ancora ad oriente; la miglior attrice è italiana. Leone d'Oro: L'uomo del risciò di Iroshi Inagaki; Leone d'argento: Les amants di Louis Malle e La sfida di Francesco Rosi. Coppa Volpi per il miglior attore: Alec Guinness per La bocca della verità; Coppa Volpi per la migliore attrice: Sophia Loren per Orchidea nera» (...) «Quando una voce stentorea la invitò sul palcoscenico, la paura la paralizzò. Gli occhi sbarrati, le labbra dischiuse, quasi stesse per soffocare, le mani aggrappate ai braccioli della poltrona in platea, guardava nel vuoto e non aveva la forza di alzarsi. Fu necessario sollevarla di peso, e sorreggerla, perché si avviasse verso l'onorevole che avrebbe consegnato la coppa. L'abito rosso, di taffetas, che aveva indossato con tanta disinvoltura alle prime di New York e Bruxelles, le pesava addosso, confidò, come se fosse di piombo. Il sorriso che con altrettanta disinvoltura aveva ostentato davanti alla regina d'Inghilterra era solo uno scostarsi di labbra. Mentre la gente applaudiva, riuscì solo a balbettare un debolissimo grazie. Poi la intervistarono alla televisione e aggiunse che il grazie era per la la giuria, per il regista del film e per Carlo Ponti. Dicendo “Carlo Ponti” la voce si incrinò. Era stata sul punto di dire “mio marito”. Allora i grandi occhi verdi si riempirono di lacrime, i singhiozzi la scossero, e questo conquistò definitivamente il pubblico. Accadde quindi l'inverosimile: per la prima volta, nessuno fischiò o mostrò malcontento per la decisione della giuria. Perfino i “luchinisti”, che quest'anno sostenevano Francesco Rosi, sorridevano come angioletti fissando Sophia. La verità è che non c'è cosa, al mondo, cui gli italiani siano più sensibili quanto le lacrime di una donna bella e famosa» (Oriana Fallaci, «L'Europeo»)