Bastavano un paio d'ore nel corso della forzata convivenza dettata dall'appartenere a una stessa giuria per stabilire un rapporto empatico, trascinati dalla sua arguzia, dalla sua carica emotiva, dalla sua umanità vagamente paraculesca. Poi, dopo una settimana, ognuno per la sua strada, ma il ricordo sopravviveva anche nei rari incontri a distanza. E non me ne voglia Vincenzo Cerami, scomparso in questo giorno e romano come pochi, se lo ricordo a questo modo.
Scrittore totale (narratore, sceneggiatore, drammaturgo), deve la sua formazione a Pier Paolo Pasolini, che lo introduce sin da ragazzo alle lettere (è suo insegnante alle medie) e più tardi al cinema (come aiuto regista in Comizi d’amore, 1965; Uccellacci e uccellini, 1966; La Terra vista dalla Luna, 1967). Sin dal suo felice esordio – il romanzo Un borghese piccolo piccolo (1976), subito tradotto in film (1977) da Mario Monicelli – le due passioni si intrecciano.
Alterni gli esiti e le fortune come narratore (ma va almeno ricordato il romanzo storico-fantastico La lepre, 1988, unitamente ai divertenti e divertiti Consigli a un giovane scrittore, 1996), più intensa e lineare la sua attività di sceneggiatore, che lo vede collaborare con Sergio Citti (Casotto, 1977; Il minestrone, 1981; Mortacci, 1989; Vipera, 2001), Marco Bellocchio (Salto nel vuoto, 1980, Gli occhi, la bocca, 1982), Gianni Amelio (Colpire al cuore, 1983; I ragazzi di via Panisperna, 1989; Porte aperte, 1990), Giuseppe Bertolucci (Segreti, segreti, 1985; I cammelli, 1988), Antonio Albanese (Uomo d’acqua dolce, 1996; La fame e la sete, 1999; Il nostro matrimonio è in crisi, 2002), tutte opere memorabili o almeno intellettualmente curiose nel panorama di un rinnovato cinema italiano.
Nel 1988, con Il piccolo diavolo, nasce il suo sodalizio, o meglio la sua società in accomandita, con Roberto Benigni, che offre frutti misti, non sempre maturi e digeribili, anche se gli dona la celebrità e gli fa odorare un premio Oscar (Johnny Stecchino, 1991; Il mostro, 1994; La vita è bella, 1997; Pinocchio, 2002; La tigre e la neve, 2005).
Lo si può rivedere di sfuggita nel Pinocchio e nel ruolo di Gianni in Tutti al mare (2010) di Matteo Cerami (anche sceneggiatura), curioso sequel di Casotto. Matteo è appunto il figlio avuto dalla seconda moglie, Graziella Chiarcossi (cugina di Pier Paolo), mentre deve alla prima moglie, Mimsy Farmer, la figlia Aisha, anch’essa attrice.