Pauline & Andrew, in memoria / Kael al «New Yorker» e Sarris alla «Village Voice» (II).
«Riflessi in un occhio d'oro potrebbe inaugurare una nuova era di adattamenti ad alta fedeltà di romanzi “per adulti” destinati allo schermo. D'ora in poi i film non dovranno soltanto lasciar cadere le loro foglie di fico di decoro e di discrezione: potranno persino aggiungere una modica quantità di feticismi e perversioni peculiari. Così, quello che la scomparsa Carson McCullers si accontentava di lasciare implicito sulla pagina stampata, John Huston, Chapman Mortimer e Gladys Hill hanno deciso di renderlo esplicito sullo schermo. L'ufficiale nascostamente omosessuale creato dalla Signora McCullers non soltanto è stato aumentato di grado, da capitano a maggiore; il suo restare “velato” è stato arditamente trasformato da Marlon Brando in una passeggiata di approcci lungo la Terza Strada».
(Andrew Sarris, “Riflessi in un occhio d'oro”, «The Village Voice»)