In occasione delle elezioni del 1963 una campagna propagandistica si impernia sulla suadente immagine di una giovane donna con l'incauto slogan “La DC ha 20 anni”, che gli avversari subito commentano con un'esplicita aggiunta “è ora di fotterla”. Che sia il caso di commentare allo stesso modo il diciottesimo anniversario (il concetto di “maggior età” nel frattempo è cambiato: vale anche nel caso di Ruby, con quel che ne segue) dell'imperitura trasmissione Porta a porta che l'immarcescibile Bruno Vespa, su RaiUno in seconda serata, conduce appunto da quel dì?
Un lunedì in cui nel salotto televisivo dalle grandi poltrone bianche appaiono come ospiti, introdotti da un anziano maggiordomo (l'attore Paolo Baroni), Romano Prodi, Francesco Moser e Milly Carlucci (il giorno dopo tocca a Massimo D'Alema e Gianfranco Fini, quindi, per par condicio, a Silvio Berlusconi). Proprio quest'ultimo è nel tempo l'ospite di “maggior riguardo” (come, invertendo le parti, la Lilla, la cagna maltesa della marchesa Cangiasi di portiana memoria), tanto da ivi redigere e firmare in diretta, l'8 maggio 2001, il suo cosiddetto “Contratto con gli Italiani”. Oscurando in tal modo un'altra celebre puntata, quella del 13 ottobre 1998, allorché, con una telefonata in diretta (a sorpresa?) papa Giovanni Paolo II si rivolge al conduttore, intento a celebrare i suoi vent'anni di pontificato. «Signor Vespa, vorrei ringraziare lei e tutti i partecipanti per tutto quello che avete preparato e detto. Molte grazie.»
Il quale conduttore, il vero maggiordomo, forte coi deboli e inchinato, genuflesso, coi forti, untuoso come la brillantina che esibisce sulla nera chioma, o quel che ne resta, non sempre, per intrattenere il colto e l'inclita, può contare sull'evento – che sia il G8 di Genova, le Twin Towers, l'attacco a Kabul, la seconda guerra dl Golfo (con tanto di intervista esclusiva a Saddam Hussein), l'attentato di Nassiriya, la morte di papa Wojtyła, il terremoto del suo Abruzzo (con successiva consegna delle prime "case" da parte di Silvio), la controversa aggressione a Berlusconi in piazza Duomo, o il naufragio della Costa Concordia – ad alto effetto emotivo, vero o presunto, capace di garantirgli un forte share.
In quel salotto si snoda non il film della storia, ma quello di un'Italietta fatta, ancora una volta, di nani e ballerine, facile allo scontro come all'accomodamento, con la falsa grinta e con la lacrima facile, guicciardiniana più che machiavellica. E poi, per la fortuna di Porta a porta, c'è la cronaca nera e il suo geniale correlato, il “plastico”. Già sperimentato per ricostruire la caserma di Nassiriya, trova il suo apice nella villetta di Cogne o nella casetta di Avetrana, veri prodigi di modellismo come neanche nel cinema d'antan.
Ma come fottere qualcosa che si fotte da solo?