Nel decennale della scomparsa, a 77 anni, vogliamo ricordare Lino (Angelo) Peroni.
Un nome da sempre legato a Pavia e alla sua Università, prima come organizzatore di memorabili cicli filmici nell'aula dei '400, poi come semplice assistente, infine come docente di storia e critica del cinema, cattedra occupata dal 1973 per oltre vent'anni (il suo successore, da lui stesso indicato, sarebbe stato Alberto Farassino), e che non rinuncia a qualche rapporto anche dopo il pensionamento.
Lo si ricorda – oltre che per il magistero tradotto in molte decine di importanti tesi di laurea e nella formazione di una bella generazione di operatori del settore – almeno per la rivista monografica Inquadrature da lui guidata tra il 1958 e il 1966 (e di cui da tempo attendiamo il reprint), per il costante interesse relativo al cinema italiano (specie quello “formalista”), per il suo colloquiale (e conviviale) appeal.
Originale nelle scelte di vita (per sottrarsi agli impegni pratici quotidiani abita per molto tempo in un albergo di Pavia, l'Ariston), e fa dell'Università e poi del collegio Ghislieri (che ne conserverà la memoria e ne preserverà il lascito) il suo prezioso studio, ricco di libri, foto e videocassette.
Un personaggio d'altri tempi, che si annunciava con il suo passo felpato e il suo maglioncino girocollo e aveva sempre pronto un sorriso.