Avremmo scommesso tutti che lo conoscevamo che il suo avvenire fosse legato indistruttivamente al cinema, tra cronaca e storia. Nato in questo giorno, il fiumano
Guido Gerosa era stato infatti precocissimo vincitore nel 1950 del premio Pasinetti con un saggio su René Clair apparso sulla rivista Cinema, e poi aveva esordito nel 1963 con due preziose pubblicazioni: il volumetto Da Giarabub a Salò. Il cinema italiano durante la guerra (Edizioni Cinema Nuovo, Milano), che precorre molte ricerche successive, e una delle prime monografie su Alberto Lattuada (Cinestudio, Monza). Ma con la sua aria pacifica e apparentemente indolente, con il suo pacioso aspetto da tardigrado, con il suo mezzo sorriso suadente – così almeno lo ricordiamo – celava una determinatezza a muoversi da protagonista nel campo del grande giornalismo.
Cronista in erba sul quotidiano comasco La Provincia, dal 1952 redattore del quotidiano della sera La Notte, si trasferisce al settimanale Epoca, dal 1964 come corrispondente dagli Stati Uniti (famose le sue interviste a Kennedy e a Martin Luther King) e molto più avanti, nel 1980, come direttore. Nel 1968, chiamato da Enzo Biagi, passa a L'Europeo e ben presto a Il Giorno, di cui è vicedirettore fino al 1987, quando, per una legislatura (1987-1992), svolge da socialista la funzione di senatore della Repubblica.
Se i suoi interessi da storico vanno a grandi figure del passato – Garibaldi, Carlo V, Napoleone, Luigi XIV –, non disdegna di riservare al cinema (specie tra divismo e costume) attenzione e passione costanti, come dimostra sino all'ultimo – morirà nel 1999 – sul settimanale Film TV.
Sono ritorni di fiamma del giovane Gerosa, che aveva purtroppo lasciato quella strada.