C'è stato un momento – ma è durato un decennio! - in cui il cinema francese si è dedicato a grandi temi politico-ideologici, sotto la forma dell'inchiesta e della denuncia, ma senza rinunciare alla spettacolarizzazione del plot, sorretto da attori che condividevano l'assunto e si impegnavano in prima persona (anzitutto Yves Montand e poi Jacques Perrin, anche in veste di produttore, Jean-Louis Trintignant e François Périer).
Fatto singolare è che, sugli 8 film presi in considerazione (non tutti capolavori, ma tutti capaci di ridestare le coscienze), tre fossero diretti da un esule greco, Constantin Costa-Gavras, e uno da un esile statunitense, Joseph Losey, ma fatto ancora più singolare è che ogni titolo godesse della scrittura di un esule spagnolo, Jorge Semprún, di cui qui si ricorda la data di nascita.
Romanzesca anche la sua esistenza: emigrato all'inizio della guerra civile, partecipe della Resistenza francese, deportato a Buchenwald, nel 1953 torna clandestinamente in Spagna (lo sarà per 10 anni) come coordinatore dell'opposizione al regime franchista e come membro di rilievo del partito comunista. Dal 1962, in Francia, la sua seconda patria (ma non rinuncerà mai alla cittadinanza spagnola), si dedica quasi esclusivamente al lavoro di scrittore e sceneggiatore, prima di diventare ministro della Cultura nel suo paese ormai “affrancato”.
Alla sua penna, diretta o indiretta, si devono così: La guerra è finita (1966, Resnais), sulla lotta al regime franchista; Z, l'orgia del potere (1969, Costa-Gavras), sull'assassinio di Lambrakis nel 1963; La confessione (1970, Costa-Gavras), sul processo al politico ceco Artur London; L'attentato (1972, Boisset), sull'affaire Ben Barka, scandalo dei servizi francesi; Stavisky, il grande truffatore (1974, Resnais), sulla morte sospetta di un grande finanziere; L'affare della Sezione Speciale (1975, Costa-Gavras), su un tragico episodio del maquis; Una donna alla finestra (1976, Granier-Deferre), sul colpo di Stato di Metaxas nel 1936; il quasi autobiografico Le strade del Sud (1978, Losey), sulla crisi esistenziale di uno scrittore di sinistra ai tempi della scomparsa di Franco. Oggi, l'ideale, se non altro, per delle istruttive proiezioni scolastiche.