In contemporanea con la prima proiezione pubblica americana di Eyes Wide Shut, la Warner Bros. (produttrice del film ma anche importante casa editrice) presenta un paperback contenente la sceneggiatura di Stanley Kubrick e Frederic Raphael e una nuova traduzione inglese del romanzo breve Doppio sogno di Arthur Schnitzler che ispira visibilmente il film.
Da quando, in epoca imprecisata ma remota, il regista ha acquisito i diritti cinematografici sul libro, per una precisa clausola esso è scomparso dal mercato anglosassone. Kubrick non è nuovo a tormentati rapporti con i “suoi” scrittori, cui raramente – per preservare il proprio status di autore – riconosce il giusto merito.
Dal povero Jim Thompson (che per la sceneggiatura di Rapina a mano armata, 1956, è accreditato per i soli additional dialogues) al più astuto Vladimir Nabokov (che non è autorizzato a pubblicare la sua sceneggiatura di Lolita, 1962, all'uscita del film, non accetta per ripicca di farlo un anno dopo e, smontato l'interesse, deve poi attendere dieci anni per vedere uscire il libro), dall'onesto Terry Southern (cui viene sottratta la vera paternità della sceneggiatura di Il dottor Stranamore, 1964) al potente Arthur C. Clarke (che per 2001: Odissea nello spazio, 1968, deve riscrivere più volte il proprio romanzo in consonanza con il film e concedere il 40 per cento dei diritti al regista). Non perfetti o non sempre corretti anche i rapporti con Howard Fast (Spartacus, 1960), con Anthony Burgess (Arancia meccanica, 1971), con Stephen King (Shining, 1980).
Il tutto si apprende, con maniacale dovizia di particolari, dalla biografia di Vincent LoBrutto, Stanley Kubrick. L'uomo dietro la leggenda (Il Castoro, 1999). Qualche volta il re è nudo.