Viscontiana (III): la parola al giurato (I). «Partecipo alla deliberazione più breve nella storia universale delle giurie. Mario Camerini, con il quale sto lavorando per un adattamento televisivo del romanzo Eleonora d'Arborea di Giuseppe Dessì (che poi passerà in altre mani è) ha una bellissima figlia sposata con il titolare della Birra Moretti di Udine e per ragioni familiari ha accettato di riunire una giuria per assegnare un premio a un personaggio dello spettacolo oriundo del Friuli-Venezia Giulia. Ci ritroviamo in tre nella hall dell'Hotel Regina in via Veneto: Camerini, io e Luchino Visconti. Ho in mente un candidato, ma temo che dovrò lottare per riuscire a farlo vincere perché si tratta del triestino Strehler rivale storico del Conte. E invece ci siamo appena seduti che Luchino, battendo tutti sul tempo, propone con estrema signorilità: “Io direi Giorgio...”. Vigorosi cenni di approvazione da parte mia e di Mario, dopo di che ci alziamo e ci salutiamo. Il tutto non è durato più di un intero minuto» (Tullio Kezich, Cari centenari, Falsopiano, Alessandria 2006)