La XLVIII edizione della Mostra di Venezia, la quinta diretta da Guglielmo Biraghi, si conclude con una notizia destinata a restare lettera morta (l’approvazione del progetto di costruzione del nuovo Palazzo del Cinema) e con un verdetto frutto di molti compromessi: Leone d’oro al miglior film: Urga - Territorio d’amore di Nikita Mikhalkov; Leone d’argento - Gran premio della giuria: La divina commedia di Manoel de Oliveira; Leone d’argento - Premio speciale per la regia: Zhang Yimou per Lanterne rosse; Terry Gilliam per La leggenda del re pescatore; Philippe Garrel per Non sento più la chitarra; Coppa Volpi al miglior attore: River Phoenix per Belli e dannati; Coppa Volpi alla miglior attrice: Tilda Swinton per Edoardo II, mentre la brancaleonesca coppia Mario Monicelli e Gian Maria Volontè si spartisce il Leone d’oro alla carriera.
Annota su “la Repubblica” Irene Bignardi: «A leggere bene il comunicato che annuncia dodici premi – su venticinque film in concorso – ci si accorge che solo uno è stato attribuito all’unanimità, al bellissimo film cinese Lanterne rosse. Per il resto il paesaggio di questa edizione assomiglia a un altopiano dove nessuna vetta si stacca veramente da quella vicina. [...] Comunque Venezia 48 si chiude con un successo, lasciando al pubblico e alla stampa la sensazione di non aver buttato il proprio tempo. Si chiude, anche, con una lezione di grande cinema. Quella della restaurata edizione del Gattopardo di Visconti, che ha incatenato alle poltrone i supernutriti (in termini cinematografici)frequentatori del Lido, in stridente contrasto con la mondanità che si svolgeva nel frattempo nella serata tv a piazza San Marco».