Nello stesso giorno in cui la Germania invade la Polonia, dando di fatto avvio alla seconda guerra mondiale – per il momento l'Italia decide per il non intervento – , si conclude la VII edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
La Coppa Mussolini (non assegnati gli altri premi) è vinta dal film di propaganda coloniale Abuna Messias di Goffredo Alessandrini. Ignorata naturalmente la straordinaria offerta francese: La bête humaine di Jean Renoir, La fin du jour di Julien Duvivier, Le jour se lève di Marcel Carné: il cinema d'Oltralpe è considerato malsano, disfattista e poco procreativo, come lo sono i suoi spettatori. (E i francesi, meno di un anno dopo, si meritano l'attacco proditorio di Mentone – cosiddetta battaglia delle Alpi Occidentali, 21-24 giugno 1940 – con quel po' di morti che dovrebbero servire per sedersi al tavolo della pace con l'alleato nazista.)
Ricorderà nel dopoguerra Sandro De Feo: «Venezia s’era quasi vuotata del tutto. Nella hall dell’Excelsior, per ascoltare il giornale radio dell’una, c’eravamo ridotti a meno di 20 persone» (L'Europeo).
La Mostra ha preso il via l'8 agosto, fortemente condizionata dal regime fascista e dalla presenza incombente di Joseph Goebbels, ministro della Propaganda del Terzo Reich, ma disertata dagli Stati Uniti, fino a quel momento sempre protagonisti a Venezia. É più che un segnale.