Quando in questo giorno scompare ottantanovenne il veronese Augusto Tretti, ai rimpianti di pochi si assommano i rimorsi di molti. Per esempio di chi stroncò in modo anche malevolo il suo La legge della tromba, quale riprovevole caso di presuntuoso dilettantismo, quale prova di una sorta di folle e ridicola ambizione espressiva, quale attentato provocatorio alle leggi del realismo. Un po' come un piccolo Stanislavskij nei confronti di un piccolo Brecht.
Già cineamatore indipendente e solitario, con la sola esperienza di aiutoregista ne Il bidone (1955) di Fellini, dopo alcuni cortometraggi andati persi Tretti aveva realizzato in due anni di lavoro il lungometraggio La legge della tromba (1962), che la Titanus distribuì mandandolo però allo sbaraglio. Insuccesso di pubblico ma qualche consenso da parte di alcini critici per un film anarchico e grottesco con effetti surreali.
Goffredo Lombardo gli commissionò un secondo lavoro, interrotto per la crisi della Titanus e ultimato con altri finanziatori in ben 7 anni: è Il potere (1971), stimato alla Mostra di Venezia ma di ardua circolazione, una sorta di carrellata attraverso i secoli, dalla preistoria al consumismo, ove il sentimento anticlericale, antifascista, antimilitarista e anticapitalista si faceva più acre e convincente, con ambizioni forse brechtiane e autentici pezzi di bravura, che gli meritarono l’apprezzamento di scrittori quali Zavattini, Moravia, Flaiano e soprattutto Fortini.
Seguirono il lungo documentario a soggetto Alcool (1980) commissionatogli dalla Provincia di Milano, più riuscito nella messinscena che nell’efficacia del messaggio, e il corto Mediatori e carrozze (1983), da un progetto di Ermanno Olmi e Paolo Valmarana, dove le alterne vicende del mercato immobiliare si intrecciano a uno scambio poetico e surreale.
Dopo di che si era ritirato definitivamente nella sua grande magione agreste di Lazise.
Prezioso per la sua conoscenza il documentario Augusto Tretti, un ritratto (1988) di Maurizio Zaccaro, disponibile su YouTube (come pure Il potere e Alcool) per chi volesse apprezzare e ricredersi. Infinite sono le vie del web.