Un giorno in pretura non è solo un divertente e un po' sopravvalutato film del 1953, ove Steno lancia il personaggio dell'“ammerecano” Nando Moriconi, ma anche un fortunato programma televisivo andato in onda in questa data alle 21.20 su RaiTre e tuttora in corso, record di longevità per una trasmissione di questa rete.
Ideato e condotto da Roberta Petrelluzzi, ripropone la registrazione, debitamente autorizzata dalle parti e senza commento, di processi tenuti in varie città, con compiti si direbbe propedeutici: come viene amministrata la giustizia “minore” in casi appunto da vecchia e piccola pretura. Casi veri, anche se inizialmente simili a quelli fittizi, con figuranti retribuiti, di Forum, che dal 1985 a oggi è a sua volta la trasmissione più longeva delle reti Mediaset. Segno che l'italiano medio, che non ama essere giudicato, ama giudicare se gli imputati sono i vicini di casa. Così anche Un giorno in pretura si occupa inizialmente di ubriachezze moleste, piccoli furti, liti condominiali, sgarbi tra colleghi, eredità controverse, separazioni tra coniugi e così via.
Ma è uno scandalo politico, ovvero Tangentopoli, a imprimere nel 1994 la svolta, con conseguente passaggio – visti i contenuti “forti” – alla seconda serata. Il processo “Mani pulite” diventa un vero e proprio hit, più volte replicato, con un personaggio fisso – il presidente della Corte, il testardo e inflessibile giudice Giuseppe Tarantola – che assurge a fama nazionale, e così, sul versante della “nera” e dintorni, quelli a Erich Priebke, a Pietro Pacciani, ad Angelo Izzo, a Donato Bilancia, ad Olindo e Rosa, e poi i casi Simonetta Cesaroni, Marta Russo, Sarah Scazzi, Federico Aldrovandi.
Qualcosa da far impallidire i tanti telefilm giudiziari d'importazione e da far tremare le vene ai polsi (o ai plastici) di Bruno Vespa, cui resa l'esclusiva solo per il delitto di Cogne.