«Stazione di Bologna, ore 10.25. Una bomba esplode nella sala d’aspetto di seconda classe, affollata di persone in viaggio per le vacanze. L’esplosivo, una miscela tra i 20 e i 25 chilogrammi di tritolo, T4, nitroglicerina e altri materiali, è contenuto in una valigia piazzata sopra un tavolino portabagagli, a 50 centimetri da terra, sotto il muro portante dell’ala ovest. Il treno straordinario Ancona-Basilea, fermo sul primo binario, arresta in parte e restituisce l’onda d’urto dell’esplosione. Crolla un tratto del fabbricato lungo circa 50 metri, con i locali del ristorante e delle sale d’attesa di prima e seconda classe, crollano 30 metri di pensilina. Chi non è morto investito direttamente dallo scoppio, muore o viene gravemente ferito sotto le macerie. […] Le vittime della bomba sono 85. La più piccola è Angela Fresu, aveva tre anni e veniva da Montespertoli, sulle colline attorno a Firenze. Il più anziano è Antonio Montanari, aveva 86 anni e aspettava l’autobus sul marciapiedi davanti alla stazione» (dai giornali).
Nel secondo anniversario della strage, un singolare evento: Carmelo Bene recita i versi di Dante («Guido ’i vorrei che tu, Lapo e io») come un muezzin dalla Torre degli Asinelli mentre un’enorme folla si accalca in via Rizzoli. Occorre aspettare un altro decennio perché il cinema abbia memoria del tragico fatto (Per non dimenticare, un corto di Massimo Martelli, ricostruisce la vita di alcune persone nell'ora che precede l'esplosione), ma sul piano della fiction si procede solo per accenni. Così in Romanzo criminale (2005, Michele Placido), ove si sottintende la responsabilità di uomini dei Servizi (tesi ripresa, con maggiori dettagli, nell'undicesima puntata dell'omonima serie Sky). Così in Da zero a dieci (2002, Luciano Ligabue), ove uno dei protagonisti perde un amico nella tragedia. Così nella miniserie televisiva Un matrimonio (2013, Avati). Affronta invece la vicenda in modo più esauriente, estendendola alla storia di Nar, il recentissimo Bologna 2 agosto... I giorni della collera (2014, Giorgio Molteni e Daniele Santamaria Maurizio), ma le intenzioni sembrano migliori dei risultati.
Meglio soccorrevano alla preservazione della memoria il documentario Il trentasette (2005, Roberto Greco) con le testimonianze dei soccorritori e tre generosi contributi di Filippo Porcelli (2 agosto 1980. Oggi, 2005; 2 agosto, stazione di Bologna. Binario 9 ¾ , 2006; NowHere, 2007). Ma chissà quanti li hanno visti.