Si conclude la XLVI Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, con questo verdetto:
Leone d’oro alla Città dolente di Hou Hsiao-Hsien; Leone d’argento a Un incendio visto da lontano di Otar Iosseliani; Coppa Volpi al miglior attore: Marcello Mastroianni e Massimo Troisi per Che ora è?; Coppa Volpi alla miglior attrice: Peggy Ashcroft e Geraldine James per È stata via, mentre il Leone d’oro alla carriera va a uno smarrito ed esile Robert Bresson.
Riesce a stupirsi l’altrimenti astuto Pupi Avati, membro della giuria, forse abituato alle pastette dei Nastri e dei David: «Città dolente di Hou Hsiao-Hsien era inatteso, non sponsorizzato, non preceduto da valanghe di pubblicità, con una capacità meravigliosa di raccontare e una calligrafia tutta sua, originale, misteriosa, istintiva, semplice. Anche Xie Jin, il giurato della Cina Popolare, è stato d’accordo con noi, non gli è neppure passato per la testa di obiettare qualcosa sul fatto che il film venisse da Taiwan».
Nella stessa edizione il Leone d'oro alla carriera va a Robert Bresson. Istituito nel 1971, il premio era stato allora assegnato alla strana triade John Ford, Marcel Carné, Ingmar Bergman, e l'anno successivo a una triade ancora più strana: Charlie Chaplin, Anatoli Golovnia, Billy Wilder. Ritornò nel 1982, con una vera e propria raffica ecumenica: Alessandro Blasetti, Frank Capra, George Cukor, Jean-Luc Godard, Sergej Jutkevič, Alexander Kluge, Akira Kurosawa, Michael Powell, Satyajit, Ray, King Vidor, Cesare Zavattini, Luis Buñuel. Seguirono: Michelangelo Antonioni (1983), Federico Fellini (1985), Paolo e Vittorio Taviani (1986), Luigi Comencini e Joseph L. Mankiewicz (1987), Joris Ivens (1988). Insomma, ce n'è e ce ne sarà per tutti, o quasi.