In occasione dei 90 anni dalla nascita (8 maggio 1915) di Orson Welles e dei 20 dalla sua scomparsa, viene presentato a Cannes il documentario Shadowing The Third Man dell'inglese Frederick Baker che raffinatamente insegue le tracce misteriose del grande Il terzo uomo (1949, di Carol Reed). Sempre a Cannes viene annunciato che verrà tratto un film dal romanzo Dissolvenza al nero di Davide Ferrario (Longanesi), ispirato agli anni del soggiorno romano di Welles (quelli di Cagliostro, 1949), già al centro del bel documentario Rosabella, la storia italiana di Orson Welles di Gianfranco Giagni e Ciro Giorgini.
In questi giorni in cui si celebra il centenario, ci piace ricordare Welles proprio per quel romanzo, lasciando subito la parola al suo risvolto editoriale, frutto di una simbiosi tra l’autore e il sottoscritto, che di quel libro fu occulto promoter e attento redattore.
«Roma, novembre 1947. Un aereo atterra sulla pista di Ciampino. A bordo c'è Orson Welles, un genio del cinema, che si appresta in termini più modesti, a interpretare il ruolo del leggendario Cagliostro nella prima grande produzione realizzata dagli americani in Italia nel dopoguerra. Welles è in fuga da molte cose: dai creditori, dai maccartisti, dall'odio dell' establishment hollywoodiano, da una vita sentimentale piena di delusioni, compreso il recente divorzio da Rita Hayworth. Ma subito lo attendono altri guai: la morte accidentale di una comparsa durante le prime riprese lo catapulta in una ragnatela di delitti e di intrighi in cui – proprio lui che ha il culto delle illusioni – non riesce più a distinguere la realtà dal sogno, la verità dalla menzogna. La scena, in quel torpido inverno romano, in una Venezia incantata e segreta, nella pineta maledetta di Tombolo, in giro per un’Italia sospesa tra vecchio e nuovo, si popola di prelati corrotti, di morfinomani iscritti al PCI, di dive decadute, di gangster pittoreschi, di milionari ambigui, di investigatori problematici, di poliziotti trucidi, di spie di ogni genere. Ad anonimi interlocutori, complici o avversari, si accompagnano nella finzione personaggi ben noti per altri meriti o demeriti: da Lucky Luciano a Palmiro Togliatti, da Federico Fellini a Giulio Andreotti, e soprattutto lei, l'amore eternamente rincorso e rimandato, l'attrice Lea Padovani. A mezza via tra una perfetta atmosfera da noir e una sorprendente ricostruzione storica, tra uno scatenato feuilleton e una malinconica riflessione sull’esistenza e sull'arte, Dissolvenza al nero – un titolo che strizza l'occhio al cinema, al “genere”, ma possiede anche una valenza metaforica – inanella un colpo di scena dietro l'altro sino all'imprevedibile conclusione che si svolge all'ombra delle fatali elezioni del 18 aprile 1948.»
Al lettore il divertente e appassionante compito di distinguere la verità, sempre suscettibile di apparire fantasiosa, dalla finzione, sempre filologicamente inappuntabile, o magari di coniugare la lezione del passato con quella del presente. Ricorda Ferrario che fu lo stesso Welles a raccontare di essere stato perseguitato da Lucky Luciano con la proposta di fare un film sulla sua vita. E Welles incontrò effettivamente Togliatti in una trattoria romana, come testimoniano alcune foto conservate nel dossier che l’FBI aprì sul conto del regista dal 1945 al 1949. In quanto al “gran mistificatore” Andreotti e al “gran bugiardo” Fellini non si poteva immaginare miglior compagnia...
Quanto al film annunciato, Fade to black (regia di Oliver Parker, sceneggiatura con John Sayles, interpreti Danny Huston nei panni di Welles, Paz Vega come Lea Padovani, Christopher Walken, Violante Placido, Anna Galiena, produzione Italia/Uk/Serbia 2006) nemmeno è giunto in Italia... ulteriore contributo alla fantafilmografia del nostro.