No, non ci riferiamo al film di Edwin S. Porter, The Great Train Robbery (1903), che pure è ispirato a un fatto vero e che è passato all'onore della storia per la sua ultima inquadratura: un primo piano in cui il capo dei banditi punta la pistola e spara in direzione della macchina da presa, cioè dello spettatore. E nemmeno al film di Michael Crichton (uno dei 6 diretti dallo scrittore), The First Great Train Robbery (1978), tratto da un proprio romanzo, ambientato nel 1855, durante la guerra di Crimea, e dedicato all'astuto furto, da parte di un avventuriero e della sua banda, di un'ingente quantità di lingotti d'oro di proprietà del governo britannico, complici un Sean Connery e un Donald Sutherland particolarmente in forma.
Ci riferiamo a un fatto vero, l'assalto al treno postale Glasgow-Londra, conosciuto in inglese come The Great Train Robbery, la celebre rapina effettuata l'8 agosto 1963 vicino al ponte ferroviario di Bridego presso Ledburn: un bottino di circa 2,6 milioni di sterline, somma per la maggior parte non più recuperata. Una banda di 14 persone, reclutate pazientemente dal trentaquattrenne Ronald Biggs, attuò un piano molto semplice: fecero fermare il treno postale in aperta campagna, manomettendo un segnale, ma lasciarono troppe tracce e furono arrestati uno dopo l'altro.
Fine della storia? Tutt'altro. Dalla prigione di Wandsworth, Biggs riuscì a evadere, si rifugiò a Parigi, si sottopose a plastica facciale e scappò in Australia con la moglie. Un agente messo sulle sue tracce lo individuò, ma Biggs era già fuggito in Brasile dove aveva messo incinta una minorenne: in quanto padre di un bambino, l'astuto rapinatore non poté essere estradato. Solo nel 2001 Biggs si costituì alla polizia inglese per motivi di salute e solo nel 2009 venne liberato ancora per motivi di salute, campando sino al 18 dicembre scorso.
Poteva il cinema ignorare questo clamoroso fatto? Il primo a provarci con esito incerto, anche potendo contare solo su Horst Tappert come protagonista, è il tedesco J.F. Olden con Assalto al treno Glasgow-Londra (1966), che sfodera un po' di umorismo teutonico in funzione antiinglese. Molto meglio il successivo film di Peter Yates, che può contare come protagonista su uno Stanley Baker in piena forma, intitolato semplicemente Robbery (1967, da noi altrettanto semplicemente Rapina al treno postale). Un film decisamente “immorale”. E non ci si venga a dire che il delitto non paga.