Oltre all'illustre parentela rispettivamente con il padre e con lo zio Pierre-Auguste, i due Claude hanno in comune il fatto di aver posato da ragazzini per il grande pittore (il terzo e ultimo figlio, detto Coco, in numerose occasioni, celebre quella del 1909 in veste di clown; il figlio del fratello Pierre, l'attore, forse una sola volta) e per aver frequentato più o meno intensamente il cinema.
Claude figlio (1901-1969) è più noto come ceramista (oltre che come curatore del patrimonio artistico del padre), ma è attivo anche, dal 1930 al1939, come aiuto regista e direttore di produzione del fratello Jean (tra gli altri, L'angelo del male, 1936; La Marseillaise, 1937; La règle du jeu, 1939). Compare, accanto al padre, nel film Ceux de chez nous (1915) di Sacha Guitry e nel 1942 realizza con l'attore René Lefèvre il film Opéra-Musette.
Claude nipote (1913-scomparso in questo giorno del 1993) è in proposito ben più accreditato. Collabora più volte con lo zio Jean come operatore di macchina e poi come direttore della fotografia, e basterebbero i film di quest’ultimo – Toni, 1935; Partie de campagne, 1936; La vie est à nous, 1936; Il fiume, 1951; La carrozza d’oro, 1953; Eliana e gli uomini, 1956) – ad assicurarne la memoria. Ma opera più che dignitosamente, senza che l’illustre cognome lo condizioni, anche con Pierre Chenal, René Clèment, Jacques Becker, Marcel Carné e soprattutto con Roger Vadim. Particolarmente significativa la sua collaborazione a Le Mystère Picasso (1956) di Clouzot, per ovvi motivi. I più attenti riscontrano nel suo colore richiami alla tavolozza paterna e nelle sue luci i riflessi cari al genitore.
L'omonimia tra i due e la complessità delle parentele creano qualche problema ai repertori, che – a cominciare da IMDB – fanno un po' di confusione. Ma succede nelle migliori famiglie, quella dei Renoir compresa.