Si può far parte a pieno diritto della storia del cinema pur avendo con essa pochi riferimenti precisi e avendo viceversa rapporti importanti con suoi grandi quanto visionari esponenti?
Sì, se si è Jean Giraud, in arte Moebius, nato a Nogent sur Marne l'8 maggio 1938 e scomparso in questo giorno. Grandissimo "fumettaro" (indimenticabile per il "Garage ermetico" e per la saga western "Blueberry"), «miglior artista delle arti grafiche», come lo definì il ministro della Cultura Jack Lang insignendolo di un prestigioso premio, "Michelangelo della matita" come lo ricordano gli infiniti estimatori (da Federico Fellini, che gli rende omaggio in Casanova, ad Alejandro Jodorovsky, che con lui sogna un adattamento della saga Dune, a David Lynch, che se ne ricorda nella sua versione), lega il suo nome ad Alien (1979, di Ridley Scott), a Tron (1982, di Steven Lisberger), a The Abyss (1989, di James Cameron), a Il quinto elemento (1997, di Luc Besson), che si ispirano alle sue atmosfere o ricorrono alle sue consulenze, con un rapporto che egli mantiene pudicamente mediato e indiretto; collabora inoltre con René Laloux per creare il film animato Les Maîtres du temps (1982).
Per chi non lo ricordasse, lo pseudonimo Moebius deriva dal nastro di Moebius, la figura geometrica scoperta dall'omonimo matematico e nota per essere l'esempio più semplice di superficie a una sola faccia. Bella metafora per un maestro della matita..