A scavalco dell'anno nuovo con Lillian e Dorothy (VI)
Lillian, da una decina di giorni, è impegnata a Broadway col National Theatre nelle repliche di Delitto e castigo , una superproduzione dal cast affollatissimo, su riduzione dostoevskiana di Rodney Ackland e la regìa iniziale di Theodor Komisarjevskij, che verrà sostituito in corso d'opera da John Gielgud, anche protagonista nella parte di Raskolnikov.
Gish, che si troverà bene sia sotto la direzione del tollerante russo che del carismatico inglese, è Katerina, la consorte di Marmeladov (Sanford Meisner) e tutti i recensori ne cantano coralmente le lodi. La sua formazione scenica, di taglio ancora naturalistico, ma capace di guardare oltre la tradizione, evidentemente paga, almeno in parallelo al gusto dell'epoca. E il suo modo di essere attrice fa tornare alla memoria un proverbiale episodio con King Vidor, da lei stessa confermato con queste parole:
«Credo di dovere a Griffith l'abitudine di lavorare così. Ci si documentava; nel caso della Bohème, non avendo la minima idea di cosa fosse la tubercolosi, andai in ospedale. Le donne tisiche parvero compiaciute di mostrarmi il proprio stato, le caratteristiche. Si ricordi che allora, nel cinema, non c'erano le parole per esprimere ogni situazione: non feci che interpretare quel che pensavo fosse la verità... E accadde proprio così: Vidor non osava guardare. Disse all'operatore di chiamarlo quando avesse finito di girare, e voltò le spalle... Credeva fossi davvero morta, poi!».